I pavimenti in legno storici realizzati con semplici assi, tipo tavolato, c’erano già in epoca romana. Ovviamente erano abbastanza rudimentali perché non c’erano molti attrezzi per la lavorazione del legno. Verso la fine del Medioevo invece, la lavorazione del legno si affina e compaiono tecniche più ricercate come quella di accostare tavole di specie legnose differenti. Nei paesi nordici e nel Regno Unito sono tuttora visibili degli esemplari di pavimenti in legno storici eseguiti con questa tecnica, datati tra il periodo Gotico e il Quattrocento.
Il secolo del parquet
Il termine parquet è di origine francese e sembra sia nato nel 1600, periodo in cui i pavimenti lignei hanno avuto massima diffusione. La parola parquet deriva dalla tecnica della marqueterie o parqueterie ossia l’intarsio applicato ai mobili di pregio. Nel 1600 gli artigiani realizzano i singoli pannelli che comporranno il pavimento in legno in bottega. Poi sul posto avviene la posa in opera.
Da sempre gli artigiani si sono preoccupati di garantire la giusta circolazione dell’aria per difendere il legno dai pericoli dell’umidità. Per questo si dava molta importanza alle intercapedini sotto ai pavimenti in legno che erano di almeno 32 cm. Il parquet storico infatti, poggiava su due o tre reticolati sovrapposti di travetti in legno detti magatelli. Oltre che di distanziamento dal battuto, questi avevano anche la funzione di sostegno e ancoraggio.
Incastri e altre tecniche di costruzione
Da fonti relative ai pavimentiin legno storici inglesi e francesi apprendiamo interessanti informazioni tecniche di costruzione. Nel 1800 la tecnica di posa delle assi maggiormente utilizzata prevedeva l’inserimento di chiodi di ferro per ancorarsi ai travetti sottostanti. Questi chiodi venivano nascosti alla vista dalle tavole adiacenti. Le tavole fra di loro venivano unite tramite chiodi di legno, inseriti orizzontalmente sui fianchi.Per la giunzione delle teste iniziano a comparire i primi incastri a maschio- femmina, (tenone-mortasa). Sono incastri composti da una linguetta orizzontale ricavata nel primo elemento che andava inserita in una scanalatura presente nel secondo elemento. Alla posa in opera seguiva la raschiatura con lo scopo di portare allo stesso livello le assi.

Verniciatura nelle epoche passate
I pavimenti lignei antichi spesso erano lasciati grezzi, senza l’applicazione di alcun prodotto. Le famiglie aristocratiche coprivano interamente o in parte i pavimenti con grandi tappeti che proteggevano il legno dall’usura. È solamente da metà Ottocento che si trova qualche riferimento alla produzione artigianale di vernici per la finitura del parquet storico. In “Falegname ed ebanista” di Giuseppe Belluomini, ebanista milanese (1887), è riportata la ricetta per la preparazione di una vernice per pavimenti di legno.

La resina naturale più diffusa all’epoca era la gommalacca e da questa si partiva per produrre una vernice che, a seguito di più stesure, rendeva i pavimenti lisci e lucidi. Altri ingredienti erano la cera e l’olio, le materie prime più diffuse e usate nella protezione del legno in generale da sempre. Altri documenti storici raccontano di una verniciatura a base di cera stesa a caldo e tirata con una spazzola.
I pavimenti lignei di Versailles
Nel Settecento in Francia vengono compilati dei trattati per stabilire le regole per una buona posa dei parquet. Si codifica la pratica, iniziata nel 600, di realizzare i pannelli in bottega e poi assemblarli sul posto. I pavimenti in legno di Versailles danno il nome ad un tipo specifico di pannello in rovere, il legno più diffuso in Francia:
Pannello Chantilly Pannello Versailles
La lavorazione del legno in Piemonte
Gli storici dell’arredo ritengono che il disegno del pannello a parquet sia di ispirazione italiana perché se ne trovano le prime tracce nelle opere di Andrea Palladio e Sebastiano Serlio. Nel Settecento il Piemonte risente dell’ influenza francese nei mobili e anche nei pavimenti in legno.

Nell’archivio di stato di Torino, troviamo descrizioni su come avvenivano alcune lavorazioni. In particolare è descritto il processo di stagionatura che continuava anche dopo il taglio degli elementi che dovevano comporre il pannello. Per otto notti i pezzi erano collocati vicino a un forno ed erano girati più volte da un lato e dall’altro; di giorno erano lasciati al sole e all’aria: questa operazione era considerata molto importante perché garantiva stabilità al legno. Nella posa è precisato che avveniva mediante incollatura e chiodatura dei pannelli ai sottostanti travetti in rovere. L’ultima operazione era di mettere la cera in maniera omogenea e quindi lucidare il pavimento.
I disegni dei parquet antichi

La realizzazione di progetti e disegni dei parquet storici erano opera di artisti e architetti. All’ebanista restava l’importante compito di scegliere le specie legnose da utilizzare oltre che a organizzare e dirigere i lavori per la realizzazione finale del pavimento. Il pavimento veniva concepito in armonia con lo stile di tutta la stanza.
Parquet intarsiati

I Pavimenti intarsiati nascono nel 1600 e sfruttano la varietà dei colori dei vari legni e il contrasto legno chiaro- legno scuro. Di solito c’era un rosone centrale con motivo floreale da cui si dipanavano a raggiera altre composizioni geometriche. Le tarsie dello spessore di 3-5 mm venivano tagliate con il traforo a pedali e incollate sul pannello mediante chiodi e colla animale forte.
Parquet a listoni
Esistevano già nel Settecento e sono composti da tavole larghe dai 7 agli 11 cm. A seconda di come venivano accostati creavano delle composizioni geometriche:
A spina di pesce All’ungherese
Una composizione particolarmente raffinata è nota come parquet con bordatura a fascia e bindello. Un tappeto centrale con i listoni veniva riquadrato da un fascia con listoni posti in direzione trasversale. Le due parti separate da un bindello ossia una lista o un decoro in altre specie legnose.
Legni usati nei parquet storici
Gli artigiani intarsiatori preferivano legni locali facilmente reperibili, tuttavia usavano anche legni esotici apprezzati per i colori intensi e le venature ricercate.

Tra i legni europei: Noce,Castagno, Olivo, Quercia, (rovere), Robinia, Acero, Abete,Pino, Ciliegio, Faggio, Frassino. Tra i legni rari, esotici o estinti ricordiamo: l ‘agrifoglio, l’amaranto, il bois de rose, il bois de violette, il bosso, il cedro, il corniolo, l’ebano, il mogano, il palissandro, il sandalo, il teak e la tuia.
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