Le “tarme” o tarli sono degli insetti che si nutrono di legno, il termine tecnico più appropriato è insetti xilofagi. La fase di disinfestazione dai tarli è un’operazione fondamentale nel restauro.

Anobium punctatum è il nome scientifico delle “tarme”del legno conosciute anche come tarli: appartengono all’ ordine dei Coleotteri, sottordine Polyphaga e sono diffusi ovunque vi siamo condizioni di elevata umidità
Insetti xilofagi: nemici del legno
Il tarlo attacca il legno quando è stato abbattuto ed è ancora in tronchi oppure quando è già stato lavorato e trasformato in mobili. Attacca sia le conifere (abete, pino, larice) sia il legno di latifoglia (noce, ciliegio, rovere, faggio ecc..).. Le femmine depongono le uova (tra le 20 e le 60) in vecchi fori di sfarfallamento e/o in fessurazioni del legno. Dopo 4-5 settimane le larve appena schiuse penetrano all’interno scavando gallerie dal diametro di appena 1-2 mm. Poi vivono in queste gallerie fino alla metamorfosi completa. Le larve si nutrono di cellulosa ed amido, componenti primari del legno. La classica polverina di tarlo che vediamo sono fibre di legno ed escrementi, ovvero il “rosume”. Quando la larva raggiunge la forma adulta (in primavera e in autunno) esce dal legno lasciando dietro di sé i tipici fori di sfarfallamento, quelli che noi chiamiamo i buchi del tarlo o delle tarme.

La temperatura minima utile alla crescita del tarlo del legno è di 13-14 °C e l’umidità relativa deve superare il 50%. Un clima simile a quello delle nostre abitazioni dove infatti, il tarlo ama deporre le uova perché lontano da condizioni atmosferiche sfavorevoli.
Perciò quando vediamo i buchi sulla superficie del legno sicuramente possiamo dire che le “tarme” si sono sviluppate e se ne sono già andate. Purtroppo non è possibile stabilire con certezza se nel frattempo non ne siano arrivati altri. Per questo noi consigliamo sempre un trattamento antitarlo per sicurezza.
Che cosa può fare il restauratore contro i tarli?
Il restauratore oggi ha a disposizione trattamenti antitarlo e metodi di disinfestazione dai tarli validi e sicuri.

La permetrina
Nel restauro si usano prodotti insetticidi liquidi a base di permetrina. Il trattamento antitarlo con questi prodotti si esegue impregnando a fondo il legno dei vostri mobili o manufatti. Il liquido può essere iniettato all’interno delle gallerie per un’azione meticolosa. La permetrina non danneggia il mobile, non macchia e non rovina le vernici. Gli insetticidi in forma liquida agiscono solo sugli insetti allo stadio adulto o allo stadio pupale. Quindi la permetrina non garantisce un’azione completa perché non riesce ad uccidere le larve. Resta un trattamento valido di disinfestazione da effettuare sempre come buona abitudine.
Togliere ossigeno al tarlo: l’anossia
Un metodo messo a punto per la disinfestazione dai tarli è il procedimento dell’anossia o metodo anossico. Gli insetti vengono eliminati privandoli dell ossigeno. Questo sistema ha il vantaggio di essere contemporaneamente innocuo per i materiali, ma efficace con l’insetto infestante in ogni stadio di vita: uova, larva, pupa e adulto. Il mobile viene sigillato all’interno di un’apposito sacco a tenuta stagna e collegato ad una macchina per la monitorazione della presenza di ossigeno all’interno del sacco. Dopo circa 3 settimane il trattamento è terminato.
Eliminare i tarli con il microonde!
Un trattamento antitarlo di ultima generazione a cui noi ricorriamo spesso è il microonde termico ad aria calda. Questo sistema sfrutta il calore per eliminare in modo definitivo tarli e altri parassiti in tutte le loro forme biologiche (uovo, larva, pupa, adulto) che attaccano mobili antichi, travi, porte, boiserie, portoni, parquet e tutti i manufatti in legno. Lunico limite è che non può essere usato su manufatti dorati o laccati perchè il calore li rovinerebbe. La disinfestazione tramite le Microonde avviene sfruttando l’energia elettromagnetica per scaldare l’oggetto. Il trattamento avviene in giornata.
Come si restaura il legno marcio o tarlato?

In presenza di legno “marcio” o tarlato nei mobili, travi di soffitti, assi del parquet, porte o altre parti il restauratore ha davanti a sé due strade.
- il consolidamento
- la sostituzione
Il legno tarlato perde resistenza meccanica e può quindi cedere e rompersi causando danni gravi. Pensiamo a una sedia che cede improvvisamente sotto il peso di chi ci è seduto sopra oppure alle travi di un soffitto indebolite dall attacco dei tarli. E’ possibile restituire una certa resistenza ed elasticità alle fibre del legno con l’iniezione e impregnazione di consolidanti ossia resine acriliche trasparenti.
Tuttavia quando il danno è grave e la parte in questione deve essere utilizzata e quindi deve essere sicura (una sedia ad esempio), consigliamo la sostituzione.
Rimandiamo quindi alle varie tecniche e modalità degli interventi di falegnameria del legno antico.