Il più mobile dei mobili: la CORNICE

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L’arte della cornice ha visto svilupparsi nei secoli una classe di artigiani altamente specializzati in realizzazioni di grande livello. La creatività straordinaria di questi artigiani si è riversata in un infinità di dettagli, tipologie, motivi decorativi che hanno reso difficile la classificazione delle cornici. Per citarne alcune: Sansovino, Salvator Rosa, a cassetta, fiamminghe ebanizzate, veneziane laccate, rinascimentali…

Nelle pinacoteca sono pochissimi i dipinti con le loro cornici originarie, spesso rovinate da cattivi restauri o ridorature successive. Questo accadeva perché l’abbinamento cornice/quadri seguiva i dettami delle mode, infatti i grandi collezionisti cambiavano le cornici dei loro quadri proprio per uniformarsi al gusto del momento. Per questo motivo viene definita il più mobile dei mobili, non solo perla sua trasportabilità ma soprattutto per la sua intercambiabilita’ e la leggerezza con cui venivano riadattate e modificate.

Verso la metà del XIX sec. si cominciò a capire l’importanza delle cornici originarie come elemento significativo per l’immagine artistica e storica del quadro e vennero eseguite molte copie di cornici antiche per colmare le mancanze.

Il mensile ANTIQUARIATO di novembre dedica un interessante articolo alla cornice in occasione della mostra al

Getty museum di Los Angeles “Lo stile Luigi: cornici francesi, 1610-1792” e

un’asta da Cambi a Genova con circa 500 lotti provenienti da collezioni lombarde, toscane e emiliane.