SEMPLIFICARE: la sedia n° 14 di Thonet

Testo tratto da “Da cosa nasce cosa” di Bruno MUNARI – Laterza editori

Semplificare è un lavoro difficile ed esige molta creatività. Ecco un famoso esempio di semplificazione:

la sedia n° 14 del signor Michael Thonet. Uno che inventa una nuova tecnica per risolvere i suoi problemi con più semplicità senza dimenticare l’estetica che può nascere da quella tecnica.

Le sedie di quei tempi erano fatte di tanti pezzi di legno messi insieme ad incastro o con colle. Ogni pezzo doveva essere lavorato, finito, incastrato, incollato per formare la sedia. C’erano i 4 montanti delle gambe, lo schienale, il sedile, i listelli di rinforzo per tenere assieme e gambe e tutto il resto.

Tanto per fare un esempio consideriamo la tipica sedia di Chiavari o la Windsor. La sedia di Chiavari è fatta con 16 pezzi, è leggera e comoda.

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La sedia Windsor è fatta con 23 pezzi ed è piuttosto pesante.

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Michael Thonet pensò che forse si sarebbe potuto inventare una sedia più semplice, fatta senza spreco, leggera ed elegante. Forse esaminando dei mobili di malacca curvata (la malacca è il nome commerciale del legno della canna d’india, utilizzato specialmente per bastoni da passeggio e manici d’ombrelli) gli venne in mente di provare a curvare dei bastoni a sezione rotonda, di faggio, inzuppati di vapore (pensando ai rami che quando sono freschi si spaccano) per poi inserirli in uno stampo e seccarli facendo evaporare l’umidità assorbita. In questo modo i bastoni avrebbero conservato le forme volute. E quali erano queste forme volute? Thonet pensò che curvando il legno si potevano riunire più funzioni: – i piedi posteriori e lo schienale potevano essere un pezzo solo, che non aveva più bisogno di incastri o di colle. – il sedile, invece di farlo quadrato, lo fece rotondo in un pezzo solo invece che in quattro pezzi da incastrare. In questo modo la sua prima sedia fu realizzata in soli 6 pezzi e tenuta assieme con solo 10 viti.

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Era l’anno 1859 quando la sedia nuova, modello 14, si realizzò. Ancora oggi questa sedia viene costruita nello stesso modo e fino a poco tempo fa ne sono state prodotte oltre 70 milioni di esemplari. La sedia così progettata e costruita risultò più economica, più pratica, leggera ed elegante per la coerenza formale del materiale, della tecnologia usata, senza nessuna forzatura decorativa oltre alle forme nate dalla tecnica.

FRATELLI THONET

A Vienna, dal 1850 i Thonet si dedicarono alla produzione seriale di sedie identificate da un numero.

 Le loro sedie si vedevano nei cafés così come nei palazzi nobiliari. Tutti i pezzi da loro prodotti venivano marchiati e in seguito venne apposto un adesivo e il loro nome finì per diventare un brand.

La “GEBRUDER THONET”- Fratelli Thonet fu fondata nel 1853 da Michael Thonet insieme ai suoi 5 figli e in quell’occasione si ingrandii e traslocò in Mollardgasse 173.

Michael THONET migliorò la tecnica di piegare il legno mediante l’uso di vapore. Il problema principale di questa tecnica derivava dal fatto che spesso il legno piegato in questo modo tendeva a rompersi. Thonet aggirò le difficoltà utilizzando delle morse di metallo appositamente create per consentire la piegatura del legno. Nel 1956 ricevette un brevetto per produrre “ sedie e tavoli di legno piegato ottenuto con il  vapore dell’acqua o di altri liquidi”.

Morsa per la messa in forma del legno
Morsa per la messa in forma del legno

 

La fabbrica in cui avveniva la produzione non si trovava a Vienna bensì in  Moravia a Koritschan, accanto alla materia prima ovvero le foreste. Nella fabbrica lavoravano circa 300 operai e venivano prodotte 50.000 pezzi all’anno che venivano poi inviati a Vienna per la fase di finitura.In seguito Thonet aprì altre fabbriche e nel 1889 la produzione annua era di circa 750.000 pezzi. Negli anni crebbe il numero di modelli proposti dalla Thonet e presenti sui loro cataloghi: nel 1885 se ne contavano circa 300.

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La cornice


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Un quadro coinvolge chi lo guarda se si stabilisce l’ illusione di uno spazio. Ecco la funzione della cornice: non solo determinare la tela o la tavola, ma racchiudere lo spazio rappresentato dal quadro; questo approfondimento dello spazio è molto ridotto quando manca la cornice. Si avverte così maggiormente la sua vera funzione proprio in sua assenza.

La cornice con doppia funzione di limite verso l’ esterno e verso l’interno del dipinto, di difesa in un senso e di sintesi unificante in un altro era già usata nell’ antico Egitto, in Grecia, a Roma e nell’ arte carolingia come bordura dipinta. Già allora si evidenzio’ la necessità di definire uno spazio in modo ben delimitato.

La cornice italiana. Dal Rinascimento al Neoclassico. Edizioni Electa.